16 feb 2018

RECENSIONE: Sharon Huss Roat - Se ti accorgessi di me

 TITOLO: Se ti accorgessi di me 
TITOLO ORIGINALE: How to disappear
AUTORE: Sharon Huss Roat
SERIE: /
GENERE: Young Adult
POV: Femminile
FINALE: No Cliffhanger
EDITORE: Newton Compton

TRAMA


L’ansia sociale di Vicky Decker l’ha spinta a elaborare complicate strategie per passare inosservata e non essere mai al centro dell’attenzione. L’unica con cui riesce a essere se stessa è la sua amica Jenna. Quando Jenna si trasferisce, però, Vicky rimane completamente sola e per combattere quell’isolamento ormai insostenibile, decide di creare una falsa identità sui social, ritoccando le foto di altre persone come se fossero sue e postandole sul profilo Instagram @vicurious. 
Improvvisamente comincia ad avere dei follower e ben presto si ritrova a vivere una vita parallela, senza nemmeno aver lasciato la sua cameretta. Ma più cresce il numero dei follower e più le diventa chiaro che ci sono moltissime persone, là fuori, che si sentono esattamente come lei: #sole e #ignorate nella vita reale. Per aiutare loro, e se stessa, dovrà rendere la sua realtà virtuale molto più reale…


RECENSIONE

“Loro non sono sole, così come non lo sono io.”

Buongiorno Lovers, ho dovuto lasciar passare un paio di giorni tra la fine della lettura del libro e la stesura di questa recensione perché questo testo tratta un argomento veramente serio: l’isolamento. La solitudine non è facile da affrontare a nessuna età, ma in fase adolescenziale è sicuramente più difficile perché caratterialmente si è molto fragili e il giudizio delle altre persone ferisce più in profondità.

“Non sono sempre stata così imbranata, o forse lo ero e non me ne sono accorta fino a quando Jenna non se ne è andata. E’ come camminare in equilibrio su una trave mentre qualcuno ti tiene per mano: vai alla grande fino a quando questo qualcuno non se ne va e tu non riesci a muoverti.”

Vicky è una sedicenne molto timida che cerca in tutti i modi di passare inosservata, a scuola non va né bene né male perché essere la migliore o la peggiore della classe vorrebbe dire essere notata,  per lo stesso motivo indossa sempre scarpe e abiti usati di colore neutro e non partecipa a nessuna attività di gruppo. Ha una sola amica Jenna e con lei vive quasi in simbiosi: l’una sopperisce alle mancanze dell’altra. Quando, poco prima dell’inizio del secondo anno, Jenna si deve trasferire, l’ansia sociale di Vicky peggiora: se prima aveva la sua amica su cui contare, ora ha solo sé stessa. Le cose precipitano ulteriormente quando Jenna inizia a farsi delle nuove amicizie e posta sui social selfie di gruppo. 

“Anche se so che quella foto è un fake… vedermi circondata da nuovi amici in quel modo… Mi fa stare bene.”

E’ a questo punto che a Vicky viene l’idea di creare un falso profilo su Instagram, @vicurious, dove postare foto modificate in cui il suo alter ego partecipa ai vari eventi con personaggi famosi. Tramite @vicurious, Vicky riesce a vivere tutto quello che nella vita reale ha paura ad affrontare. Ben presto i follower del suo profilo sfiorano numeri da capogiro e Vicky si rende conto che, nel mondo reale, ci sono tante persone che si sentono sole ed isolate proprio come lei. E cosa può fare una ragazzina introversa, dalla sua cameretta, per aiutare tutte queste persone? Riuscirà ad aiutare gli altri e soprattutto, ad aiutare sé stessa, a superare le proprie paure? 

“Sono talmente presa dal non farmi ferire che non so cosa farmene della gentilezza.”

In questo percorso di apertura al mondo Vicky non è mai completamente da sola ma è sempre affiancata da qualcuno: la madre che la sprona sempre ad uscire di casa per incontrare nuove persone; la psicologa della scuola, la dottoressa Greene, che con dolcezza riesce a fare breccia nel muro che Vicky si è costruita per isolarsi; Marissa, Marvo e Beth Ann, i colleghi dell’annuario scolastico, che con la loro normalità riescono a farla sentire parte di un gruppo e Lipton, il vicino di banco alle lezioni di storia, che con la sua pazienza riesce a farle capire che spesso ha un’idea di sé stessa molto diversa e più dura di quella che gli altri hanno di lei.

“Eppure eccomi qua, triste perché la gente non sta mettendo like alla mia foto…
Come se l’essere rifiutata nella vita reale non fosse già abbastanza brutto, devo subire lo sguardo indagatore e l’abbandono di questo universo alternativo?”

La scrittrice, con questo libro, manda un messaggio davvero importante: anche con piccoli gesti e poche parole, si possono aiutare le persone ad essere meno sole, e non solo le persone vicine a noi o che conosciamo, ma anche quelle che vivono dall’altra parte del mondo. L’importante è che queste persone vogliano fare qualcosa per migliorare la propria situazione. L’unica pecca che ho trovato in questo libro è l’idealizzazione dei social come qualcosa di prevalentemente positivo: penso che l’ideale di fondo di chi ha creato questi strumenti di comunicazione sia sicuramente l’unire le persone e dare l’opportunità a tutti di conoscere persone “compatibili” con i propri principi, ma questi strumenti in mano a persone fragili, come può essere un adolescente, possono anche nuocere alla propria autostima, se il ragazzo si identifica con il numero di follower che lo seguono o il numero di like che riceve ai propri post.

“Ho bisogno di qualcosa che mi ricordi che io esisto al di fuori di internet e che qualcuno, nel mondo reale, mi voglia qui più di quanto i miei follower mi vogliano lì.”


A presto




Editing a cura di kirsten

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