5 feb 2018

RECENSIONE: Alessandro Q. Ferrari - Le ragazze non hanno paura



TITOLO: Le ragazze non hanno paura
AUTORE: Alessandro Q. Ferrari
SERIE: /
GENERE: Narrativa
POV: Maschile
FINALE: No cliffhanger
EDITORE: DeA



TRAMA

Se dovesse scegliere un superpotere, Mario Brivio non avrebbe dubbi: l’invisibilità. Sarebbe il modo migliore per attraversare inosservato i corridoi del Boccaccio, lontano dagli sguardi del Bistecca e degli altri bulli della scuola. L’alternativa è quella a cui pensa sua mamma: spedirlo a trascorrere l’estate a casa della zia, a Castelnero, un paesino del Piemonte ai piedi delle montagne dove non conosce nessuno. 
Ma l’estate per un ragazzo di tredici anni – persino per uno apparentemente senza speranza come lui – è una stagione piena di magia, ed è proprio lì, tra boschi, torrenti e vecchi ponti di legno, che Mario incontra Tata. Tata, la ragazza più bella che abbia mai visto; Tata, la compagna di giornate trascorse a intagliare tronchi, costruire armi, e ad assaporare l’intensità dei sentimenti fino ad allora sconosciuti. Insieme a lei, Mario diventa per la prima volta parte di un gruppo. O meglio, di una banda. Una banda di sole ragazze: Tata, Jo e Inca.
Fino alla notte della tragedia. La notte in cui l’estate finisce e comincia un nero inverno, che ognuno di loro dovrà affrontare da solo. Un viaggio dentro un bosco fitto di paure, al termine del quale Mario e la sua banda si ritroveranno, mano nella mano, non più bambini.



RECENSIONE

Care Lovers, ho scelto questo libro perché mi ispirava la trama: mi ispirava il fatto che si parlasse di giovani ragazzi alle prime esperienze nel mondo senza genitori, liberi di sperimentare e di fare nuove amicizie in quella fascia di età tra l’innocenza e la ragione. Invece mi sono ritrovata in mano un libro molto più profondo, dove si parla di temi importanti quali il bullismo, la paura, l’amicizia e l’amore in tutte le sue forme.


“Sorrisi, fiero. Se mi avessero visto i compagni di scuola, lì insieme a due tipe come Tata e Inca, forse avrebbero iniziato a guardarmi in modo diverso.”


Mario è un ragazzino un po’ sfigato che vive solo con la mamma e che frequenta le scuole medie. A scuola non ha amici, è sempre da solo e i ragazzi più grandi lo hanno preso di mira, spesso lo prendono in giro e qualche volta sono arrivati al punto di picchiarlo. Per distrarlo da questa situazione la madre decide che l’estate tra la seconda e la terza media la passerà in montagna, a Castelnero, con la nonna. Qui fa presto amicizia con la vicina di casa, Tata, e ben presto si aggiungono al gruppo anche Inca e Jo. Con loro passa l’estate scorrazzando per i boschi, nuotando nei laghetti e costruendo armi di legno. Finalmente Mario si sente parte di un gruppo, capisce cosa vuol dire avere degli amici, inizia a provare dei sentimenti e, soprattutto, inizia ad uscire dalla morsa della paura. Ma sul finire dell’estate la spensieratezza che ha caratterizzato la vacanza si tramuta in tragedia: quello che era iniziato come un diverbio tra bande si trasforma ben presto in “guerriglia” e una sera, durante una battaglia nel bosco, accade qualcosa che stravolgerà le loro vite. A questo punto Mario e la sua banda devono imparare ad elaborare ed affrontare da soli questi nuovi sentimenti. Il rientro a scuola lo vede maturato e più coraggioso al punto che un giorno affronta il Bistecca, il bullo della scuola, per proteggere un ragazzino più piccolo. Ma è solo durante le vacanze di Natale che la banda si ricompone e che, anche se con dinamiche differenti, troverà un nuovo equilibrio.


“Si tolse la canottiera, sotto non aveva niente. Mi tolse il maglione e la camicia, io la lasciai fare senza reagire. Non sapevo che cosa stava succedendo. Si sdraiò sopra di me e mise la sua pelle fredda sopra la mia pelle fredda, il suo cuore contro il mio cuore, senza niente a separarci. Era la cosa più viva che avessi mai sentito.”


Un altro personaggio importante è Tata: la capa della banda. Talita è la figlia di mezzo della famiglia Zorn. E’ una ragazzina sveglia e intrepida, non ha paura di nessuno e dice sempre quello che pensa. E’ tenace e cerca di affrontare con disinvoltura tutte le situazioni, anche le più difficili. E’ anche molto carina e ben presto si trova a dover affrontare le attenzioni dei ragazzi, Mario incluso. Ma per lei la mancanza di una persona cara non è una cosa facile da affrontare perché per Tata, quella persona era qualcosa di più di una semplice amica.


“So che non devo dimostrare niente a nessuno e che odio le etichette. Sono fatte per distinguere chi non le ha da chi le ha.”
“Mi ha fatto sentire forte, giusta. Di sicuro non era questa la sua intenzione, ma le parole se ne fregano delle intenzioni.”


Come ho detto all’inizio il libro tratta davvero degli argomenti importanti e difficili e l’autore è stato bravo ad affrontarli, ma dovete avere tanta pazienza perché per due terzi del libro non succede nulla, e quando dico nulla intendo proprio il nulla: è tutta descrizione, tutto prologo. La parte interessante arriva a circa cento pagine dalla fine e, diciamolo, queste cento pagine meritano la lettura del libro; potrei perfino dire che il solo epilogo merita la lettura del libro. Sul finale si capiscono tante dinamiche, tanti tasselli vanno al loro posto e il significato profondo del testo si svela ai nostri occhi.
A presto.




Recensione a cura di:

Editing a cura di:





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