TITOLO: La fragilità del cuore
TITOLO ORIGINALE: Heroes are my weakness
AUTORE: Susan Elizabeth Phillips
SERIE: /
GENERE: Contemporary Romance / Romantic Suspance
POV: Alternato
FINALE: Autoconclusivo
EDITORE: LeggerEditore
TRAMA
Annie
Hewitt è un'attrice con poca fortuna, arrivata a Peregrine Island
nel bel mezzo di una violenta tempesta di neve. Avvilita e al verde
dopo aver speso tutti i risparmi per esaudire gli ultimi desideri
della madre malata, non le rimane altro che una fastidiosa polmonite,
due valigie rosse piene di burattini e un vecchio cottage, dove si
nasconde una misteriosa eredità che potrebbe risollevare le sue
finanze.
Ma le giornate a Peregrine saranno tutt'altro che semplici
per lei: destreggiandosi tra una vedova solitaria, una bambina muta e
degli isolani ficcanaso, Annie scoprirà di essere impreparata ad
affrontare la vita su quell'isola così fredda, selvaggia e
inospitale. A complicare il tutto, l'inaspettato incontro con Theo
Harp, l'uomo che le aveva spezzato il cuore quando entrambi erano
solo adolescenti, diventato oggi uno scrittore solitario di romanzi
horror. Ma quell'uomo sarà ancora temibile come lei ricorda o sarà
una persona nuova? Intrappolati insieme in un'isola innevata al largo
della costa del Maine, Annie non potrà più scappare dal passato e
dovrà decidere se dare ascolto alla sua testa oppure al suo cuore...
RECENSIONE
“Annie
si comportava come se la vita fosse uno spettacolo di burattini.”
Buongiorno,
Lovers! Oggi sono qui a parlarvi de La fragilità del cuore,
l'ultimo libro uscito in Italia di Susan Elizabeth Phillips, anche
se, coff coff, in America è uscito nel 2014.
Vabbè,
meglio tardi che mai, no?
Protagonisti
di questo romanzo sono Annie e Theo, vecchi ex amici di
infanzia che si ritrovano in età adulta.
L'ultima
volta che i due si sono visti Annie aveva 16 anni e aveva rischiato
la vita a causa di Theo. Lui era un ragazzino problematico, dai
comportamenti ambigui ed instabili.
Annie,
invece, figlia d'arte, non ha mai conosciuto il padre ed ha sempre
vissuto con una madre che, spesso e volentieri la denigrava, pretendeva da lei l'impossibile, sminuendone ogni capacità.
Non
riuscendo ad avere successo come attrice, come la madre, Annie si
appassiona di pupazzi e diventa una ventriloqua professionista .
Una
cosa che mi è piaciuta molto è proprio questa: nella sua mente i
suoi pupazzi le parlano continuamente come fossero esseri separati da
lei anche se, come si capirà fin da subito, i pupazzi non sono altro
che sfaccettature della personalità di Annie.
Abbiamo quindi il pupazzo Crumpet, la principessa viziata, la giudiziosa Dilly, il cattivo e sgradevole Leo, Peter, il pupazzo eroe che, come troviamo riportato nel libro, è il suo cavaliere senza macchia e senza paura, una voce di incoraggiamento, ed infine Scamp, la migliore amica di Dilly, di cui Annie ne ammira il coraggio e il grande cuore.
Abbiamo quindi il pupazzo Crumpet, la principessa viziata, la giudiziosa Dilly, il cattivo e sgradevole Leo, Peter, il pupazzo eroe che, come troviamo riportato nel libro, è il suo cavaliere senza macchia e senza paura, una voce di incoraggiamento, ed infine Scamp, la migliore amica di Dilly, di cui Annie ne ammira il coraggio e il grande cuore.
A
trentatré anni Annie si ritrova orfana e piena di debiti, dopo
l'enorme quantità di danaro spesa per affrontare le cure della madre
malata. Quest'ultima, prima di morire, le confessa che la sua eredità
si trova all'interno del cottage a Peregrine Island, nel freddo
Maine.
“Lei
credeva ancora nel lieto fine.”
Sulla
stessa isola si trova Theo Harp, figlio dell'ex marito della madre di
Annie, divenuto scrittore di successo, già vedovo e che al primo
incontro dopo tanti anni con Annie si dimostra ancora il ragazzino
problematico di una volta.
“[Era
un uomo] talmente premuroso da farsi carico dei demoni altrui come se
fossero suoi.”
Oltre
al fatto di essere vedovo, Theo deve convivere ogni giorno anche con
la morte della sorella, avvenuta ai tempi dell'università, in
circostanze, agli occhi degli isolani, non del tutto chiare.
Ovviamente
Annie farà di tutto per non incrociare Theo e altrettanto
ovviamente i due si incontreranno, o meglio, si scontreranno e il
passato, assieme al suo dolore, ritornerà a galla con la stessa
violenza di allora.
Oltre
ai problemi tra i due protagonisti, nel libro ci ritroviamo ad avere
a che fare con non poca suspance, dal momento in cui Annie si ritrova
diverse volte minacciata, tanto verbalmente quanto fisicamente e
questo la porterà a dubitare su chi sono i suoi amici e chi i suoi
nemici.
Conosceremo
anche Jaycie, un'amica d'infanzia, e sua figlia Livia, una bambina di
quattro anni muta. E qui saranno fondamentali i pupazzi di Annie. I
momenti condivisi da Annie e Livia devo dire che sono stati i miei
preferiti. Di una dolcezza e delicatezza unica. Momenti candidi come
la neve che perennemente le circondava.
Beeeene.
Allora,
la storia in sé mi è piaciuta: mi sono presa un po' di tempo per
scrivere la recensione proprio perché sentivo il bisogno di digerire
ed elaborare
il libro.
Una cosa di cui sicuramente non pecca questo romanzo è la banalità. E non è una cosa da poco.
La suspance presente (a sorpresa, perché proprio non me l'aspettavo), rende il libro davvero interessante ed intrigante.
Una cosa di cui sicuramente non pecca questo romanzo è la banalità. E non è una cosa da poco.
La suspance presente (a sorpresa, perché proprio non me l'aspettavo), rende il libro davvero interessante ed intrigante.
Durante
la lettura ho trovato, però, due difficoltà principali: la prima è
la lunghezza dei capitoli. Sono fatta così, purtroppo. Quando il mio
kindle mi dice che mancano 25/30 minuti alla fine del capitolo, a me
vengono i brividi.
La
seconda difficoltà riguarda proprio l'inizio del libro: è
estremamente ridondante, ripetitivo e pesante. Un capitolo intero per
dire che Annie è in macchina, in mezzo ad una bufera di neve assieme
ai suoi pupazzi, e fa freddo e ce la neve e fa freddo e ce la neve.
Ah, e stava in macchina mentre faceva freddo e c'era la neve.
Ma
nonostante questo, superato il primo ostacolo iniziale, non mi sento
di bocciare totalmente il libro, anzi. I suoi tre punti se li merita
tutti.
È
un libro che insegna molto soprattutto per quel che riguarda i
pregiudizi: tutti hanno la possibilità di cambiare. Non è detto che
le brutte persone del passato non possano diventare delle belle
persone nel futuro. Così come non è detto che chi ci si presenta
davanti sia così a posto come appare. Insomma, in ogni caso, non è
tutto oro ciò che luccica.
Detto
ciò, Lovers, qualcuno di voi ha avuto modo di leggerlo?
Cosa ne pensate?
Cosa ne pensate?
A
presto.
Editing a cura di kirsten
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